Poco lo spazio in cantina? Siete preoccupati per il global warming che si fa sentire anche in vigna? Volete arricchire la vostra gamma di una referenza unica per caratteristiche organolettiche attese? Volete esplorare un nuovo modo di far vino?
O semplicemente avete una occasione prestigiosa da sottolineare con una bottiglia che parli di voi e della vostra azienda?
C’è tutto questo e molto di più nella recente moda, se così si può chiamare, dei vini affinati in acque profonde.
Il mare, dice la letteratura a riguardo offre queste condizioni irripetibili:
Temperatura costante
Riduzione dell’ossidazione
Minima esposizione alla luce
Pressione costante
E’ indubbio che talune fanno di questa tecnica una scelta convincente il cui esito va verificato, poi, con una degustazione che compari vino affinato in mare e vino affinato a terra.
Hanno accettato questa sfida varie aziende nel mondo. E di alcune di quelle italiane ne abbiamo parlato qui in occasione della degustazione organizzata con gli Amici dell’Acquario di Napoli e Vitigno Italia alla Stazione Marittima a giugno scorso. Gli underwater wines ci hanno regalato tante emozioni e hanno ulteriormente accesso la curiosità dei buyer e addetti al settore riuniti a Napoli in quei giorni.
Recentemente sono tornata in mare con la famiglia Carputo. La occasione è importante: il trentennale della azienda di Valentina Carputo e famiglia. “Per il nostro trentennale abbiamo voluto la produzione di vini destinati a superare il tempo e ad essere consumati anche dopo molti anni. Volevamo altresì che questi vini fossero un simbolo della nostra identità e rappresentassero il forte legame che c’è con la nostra terra” racconta Valentina Carputo, delegata della Associazione Donne del vino della Campania.
Due le etichette che affineranno in mare per dodici mesi sono una Falanghina Metodo Classico e un Rosso Riserva.
Il primo è un Vino Spumante di Qualità Metodo Classico Falanghina Millesimato 2021, ottenuto da una vendemmia precoce e manuale delle uve falanghina nella prima decade di settembre 2021. Dopo un affinamento di circa 4 mesi in acciaio, presa di spuma in bottiglia nella prima decade di gennaio 2022 e affinamento sulle fecce per circa 30 mesi, con sboccatura nella prima decade di settembre 2024, vedrà ulteriore affinamento di 12 mesi in mare a partire dalla data di immersione del 24 ottobre. Il secondo vino è un Rosso Riserva Campania IGT 2020, ottenuto da uve Piedirosso e Aglianico. Le uve sono state pigia-diraspatate e lasciate fermentare a temperatura controllata con follature soffici per circa 25 giorni, con due délestages (dopo 10 e 20 giorni). Dopo la svinatura del solo vino fiore, con una resa di circa il 60%, il vino è stato lasciato in silos di acciaio per 6 mesi sulle fecce fini, con leggeri rimontaggi settimanali. Successivamente, il vino ha affinato per circa 36 mesi in tonneau, prima di essere imbottigliato a giugno 2024. Ora l’ultimo ulteriore affinamento di 12 mesi in mare.
Le bottiglie sono state trasportate dalla azienda Megaride di Francesco Lerro, partendo dal Molo San Vincenzo, ovvero dalla Lega Navale, al Molosiglio. Le autorità e ospiti sono salpate con la Motovela della Legalità e della Memoria, con il suo equipaggio fatto di giovani al centro di un progetto di formazione di archeologia e subacquea, destinato a cambiare il corso della loro vita e promosso da MareNostrum Archeoclub D’Italia in collaborazione con il Centro di Giustizia Minorile della Campania e la Marina Militare.