Per chi ama la confusione un salto rituale al mercato del pesce di Porta Nolana – che ho conosciuto negli anni Ottanta grazie a mio padre – l’antivigilia di Natale è un momento da vivere, sia che il pesce si acquisti, o meno, tra le bancarelle colorate di questo folcloristico mercato dove, purtroppo, troppo spesso i prodotti di qualità vanno cercati con estrema attenzione.
Quest’anno ho sperimentato davvero uno “spingi spingi” inaspettato. Incredibile il numero di persone a mangiare pizza fritta e pizza piegata “a portafogli” per strada, birra alla mano. Le voci dei pescivendoli, come “E’ bell’!”, “O capiton bell”, “Vongol e taratuf!”, risuonano come sempre tra la gente che fa capannello davanti alle bancarelle. Il luogo, dal punto di vista artistico è interessante.
La Porta eretta nel XV secolo è di fattura pregevole: costituita da due imponenti torri (Fede e Speranza) che reggono un bell’arco ornato da un bassorilievo quattrocentesco. Peccato certo che su di essa siano state costruite delle abitazioni e che il tutto sia in condioni pessime, complice anche i lavori in corso nella piazza.
Il nome è dovuto al fatto che essa è orientata nella direzione della città di Nola anche se in origine era chiamata “Porta Forcillensis” perché ubicata a Forcella, in posizione più arretrata. Fu poi spostata dagli aragonesi nella attuale posizione nel 1484, all’atto dell’ampliamento delle mura cittadine. Vai al post precedente su capitone alla vigilia di Natale