Occhi azzurro mare del Golfo e fisico sportivo, Gino Sorbillo sembra un angelo con il suo sorriso smagliante e la sua travolgente solarità autenticamente partenopea, ma è in realtà un diavolo.
Dorme probabilmente 6 ore per notte, fa diversi chilometri in bicicletta e una serie di altri allenamenti per tenersi in forma e poi passa oltre 13 ore a impastare, schiacciare, picchiettare, guarnire e impiattare le sue pizze.
L’energia che sta tirando fuori uno dei pizzaioli napoletani del momento, con il suo locale incastonato in uno dei luoghi più suggestivi, e certamente più antichi, di Neapolis, ha del soprannaturale.
Incarna, Gino, la rivincita dei napoletani che producono, dei giovani stanchi della mediocrità della precarietà che mettono l’anima per trasformare, migliorare, se possibile, ciò che hanno ereditato.
Per Natale ha messo in campo l’artiglieria pesante: o suffritto (il soffritto) napoletano. Vuol scaldare tutta la città con il suo entusiasmo lasciando i suoi ospiti in maglietta e top anche nelle notti più fredde delle feste che sono alle porte. La pizza con la quale ieri sera saluta la prima settimana di avvento è incandescente, diabolica: ripiena e spalmata di soffritto (zuppa forte che contiene frattaglie impastate a peperoncino in polvere) con basilico. Un vera bomba di sapore per i nostalgici (come me) di questo piatto della tradizione che davvero poco spazio ha tra i più giovani. Ma non sulla tavola di Gino, trentenne con la determinazione di un “vecchio” imprenditore consumato che con l’aiuto di una sorta di doping naturale faccia i 400 a ostacoli in 30 secondi con l sorriso sulle labbra.
Queste ed altre riflessioni sul sito di Luciano Pignataro