I Quartieri Spagnoli a Napoli sono un pezzo di centro città dai contorni indefiniti per molti, tra la bella via Toledo piena di negozi e la panoramica Corso Vittorio Emanuele. Un groviglio di vicoli in salita del quale, per decenni, si sono fotografati scorci suggestivi tenendosi a debita distanza. Insomma: un quartiere popoloso e popolare con un presente in salita pure lui.
La Pasticceria Ranaldi lega tutta ai Quartieri Spagnoli la sua storia, e lo fa con il sorriso franco del signor Claudio e l’accoglienza gentile e calda della figlia Marcella e della moglie Anna Di Tondo. Regna, in questo piccolo locale, con il laboratorio annesso, una calma e un senso della cordialità di una Napoli antica e sempre più rara a incontrarsi.
A fondare la Pasticceria circa novant’anni fa è stato il nonno di Marcella che me ne racconta la storia. Gustavo, ai primi del Novecento, era chef pâtissier in un importante ristorante di via Verdi. Vado a trovare la famiglia Ranaldi perchè rappresentano quegli imprenditori caparbi che hanno contribuito al recupero di un quartiere difficile, che molti hanno abbandonato a se stesso.
E’ tempo di pastiera, casatiello e tortano ma di solito qui, a parte babà e capresi, cioccolato e pasticceria secca, se volete addentare uno dei bignè, degli “sciù” e dell’altra pasticceria dei Ranaldi, torte incluse, dovete prenotarli al telefono. In un’oretta e mezza al massimo saranno pronti. Tutto sul sito di Luciano Pignataro (qui).