Nuovo step del progetto di recupero dei vitigni Pallagrello e Casavecchia casertani da parte di Manuela Piancastelli e Peppe Mancini. Da ieri le bottiglie di Terre del Principe hanno nel centro di Castelcampagnano una casa dove riposare. Si trova a 15 metri sotto terra, scavata nel tufo ed ha condizioni ideali per l’affinamento: temperatura costante intorno ai 10 gradi e umidità. Io, che ieri ci ho fatto un salto per portare i miei in bocca a lupo, posso testimoniare che chiamarla cattedrale non è esagerato: ambiente raccolto, luce soffusa, alte volte e quasi profumo di incenso. Suggestiva e funzionale, sarà il luogo dove i vini affineranno. “Due o tre annate di fronte a vitigni il cui comportamento enologico è pressochè sconosciuto non sono sufficienti per ottenere dei buoni risultati” ha detto Luigi Moio che accompagna il percorso della cantina dall’inizio, da quando, avviato il suo studio con gli amici di Vestini Campagnano nel 1990, poi con sua moglie Manuela, giornalista enogastronomica di successo che abbandonò l suo lavoro proprio per seguirlo nella terra, Peppe Mancini creò la sua realtà.
Monicotterate – La bottaia del X secolo di Terre del Principe: nuovo step del progetto di recupero
Ieri mattina si è festeggiata la nuova bottaia che ha due parti, una del 400 sul livello della strada, ed una del X secolo più profonda, ma anche i successi della azienda che non fa che raccogliere riconoscimenti dalla sua prima annata del 2003 e che ha contribuito in maniera determinante a comprendere l’andamento e le caratteristiche di due vitigni molto interessanti (“più tipico, rustico” il Casavecchia, ha detto Moio e “più elegante, simile per certi versi all’Aglianico” il Pallagrello). Hanno accompagnato il brindisi con il Roseto del Volturno un pò di amici e giornalisti.
La Pizza dei fratelli Pepe, il Conciato Romano de Le Campestre e la treccia di mozzarella dei il Caseificio Il Casolare si sono rivelati fantastici ad accompagnare questo scintillante vino rosato che un vero bacio dell’uva: bevibile saporoso e versatile come pochi. Un soffio di vino dello stesso punto di colore delle rose del giardino d Castelcampagnano la cui brezza Manuela ha fermato appoggiando sui tovaglioli cuori di legno pesanti come i mattoni d’amore con i quali costruisce i suoi progetti.