Entrambi sono stati estratti dalla terra viva ribollente a 140° C, dopo essere stati sistemati in un fosso profondo due metri per 30 minuti circa, nei pressi di una delle bocche infuocate del vulcano che senza tregua gettano in aria vapori sulfurei. Entrambe le preparazioni si riveleranno gustose. Per niente diverse, nel gusto, da quelle che sarebbero uscite da una cucina professionale. Insomma: la piacevolezza della situazione e dei piatti è risultata esaltata dalla valenza simbolica della iniziativa che ha teso a sensibilizzare il pubblico rispetto alle possibilità molteplici offerte dal territorio, tanto in termini di materie prime che di inaspettate opportunità di utilizzo di fonti energetiche alternative.
Monicotterate – Cucina geotermica al vulcano Solfatara con Slow Food
Cena al tramonto nel vulcano della Solfatara, con i piedi che bruciano e le narici che si riempiono di zolfo. Un angolo magico dei Campi Flegrei, pesce fresco cotto sul posto in maniera insolita da una chef che fa del rispetto della tradizione uno dei suoi must e un pizzico di curiosità. Ecco gli ingredienti della mia partecipazione, sabato sera, al laboratorio Slow Food guidato da Vito Trotta per Malazè, la rassegna promossa dall’associazione Campi Flegrei a Tavola. La sensazione è che sia l’edizione della svolta, la 2010. La kermesse voluta da Rosario Mattera, che ha portato agli intervenuti il suo saluto entusiasta per i risultati che questa edizione sta raccogliendo, svetta e sembra incamminarsi su un percorso in discesa. Quella della cucina geotermica al vulcano Solfatara è una delle esperienze in calendario che dimostra il grande radicamento sul territorio di questa iniziativa che nasce dal basso e senza finanziamenti esterni, come ha ricordato lo stesso Mattera. Cucinare e sedere a tavola, con tanto di vino bianco (il base e il cru Cruna del Lago de La Sibilla) in quello che Antonio De Curtis scelse come scenario per il suo Inferno in “47 morto che parla”, è un’emozione che in pochi fortunati possono provare nella vita. Sabato scorso, a viverla c’erano un po’ di giornalisti e addetti al settore. Tra cui io. Una cena intima accompagnata dai commenti di Vito Trotta e dalla cucina di Tommaso Maglione e Gena Iodice, titolari di La Compagnia del ragù di Giugliano. E’ la prima, Gena, a confessare una certa apprensione (come non condividerla, data l’eccezionalità della situazione) per la riuscita dei due piatti che ha ideato per la serata: una Millefoglie di alici con scarole, capperi e olive e un Cefalo con un pesto fresco.