La pizza è in gran fermento in questi mesi. A Vico, l’altro ieri, mi aggiravo per scattare le foto e scambiare impressioni con i tanti amici pizzaioli presenti e pensavo.
Sembra non si parli d’altro: feste, gare, documentari, post e articoli. La cosa mi fa molto piacere dato che da settembre, e ancor prima, insieme a Luciano Pignataro, ho precorso questa tendenza dedicandomi alla visita dei migliori locali della città di Napoli e della regione, visitando tutti i locali e passando molte ore a sottoporre i pizzaioli e le loro famiglie a doviziosi “interrogatori”, costringendoli a raccontarmi fatti e nomi che neanche più ricordavano. L’anno scorso, mentre un vecchio pizzaiolo mi diceva di quanto un tempo fosse duro il suo lavoro, quello dell’Arte bianca, suo figlio, con il fare sfrontato dei giovani d’oggi, con un sorriso beffardo sulle labbra, controbattè che per lui oggi era tutto diverso. Parlava di fama e successo e la cosa, associata alla pizza, mi parve da esaltato. Si fregava le mani pensando a cosa (e come) stava facendo, girando da pizzaiolo per il Mondo. Forse fu in quel momento che capì davvero che qualcosa era cambiato.
Sul sito Luciano Pignataro varie mie considerazioni sulla Pizza di oggi e di domani.