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Monicotterando – Je m’accuse e perchè il mondo del vino è noioso solo per finta

4 Ottobre 2010 by Monica Piscitelli

Firenze Wine Town,  ha chiuso ieri i suoi battenti. In tre giorni sono stati proposti, tra palazzi, piazze e cortili, una serie di incontri, esposizioni e degustazioni secondo le direttrici di tre fil rouge. Lungo quello dell'”Innovazione”, si è dipanato l’incontro in due sessioni dedicato alla nuova comunicazione per il vino e il wine blogging, tema che ha visto riuniti le più significative realtà e personaggi del web. Location insolita, e davvero sorprendente, il mercato di San Lorenzo. 
Al mio arrivo a Firenze, infilatami tra le stradine brulicanti di turisti e grondanti articoli di pelletteria, avevo cercato la struttura coperta del mercato e, una volta lì, una saletta attrezzata dove verosimilmente sarebbe iniziato l’incontro. Al mio arrivo la sorpresa: letteralmente piazzata nel centro geometrico del mercato, tra una Finocchiona, le melanzane, i cavoli, i quarti di bue e la trippa, sotto lo sguardo indifferente, forse stizzito, dei venditori, stava il tavolo dei relatori. Seduti c’erano già Luciano Pignataro e Andrea Gori, il sommelier elettronico ideatore   dell’iniziativa. Il check della connessione wifi, il collegamento degli schermi al plasma che rimandavano in vari punti del mercato audio e video, e via: si è partiti. Letteralmente intralciando il passo agli acquirenti con seggiole e cavi, la discussione è andata avanti per un paio d’ore per poi riprendere nel pomeriggio quando a parlare, “a manovella”, sono stati i blogger, piccoli e grandi. Ne sono venuti fuori alcuni spunti interessanti che vale la pena riprendere e sui quali ho poi riflettuto durante il viaggio in treno al rientro avendo preferito, per questo mio primo tuffo nella realtà dei forum di blogger, ascoltare. Non mi è sembrato, ripensandoci, sia uscito fuori dalla discussione nulla di nuovo. Ma nuovo è che ci si sia ritrovati per parlarne dal cuore della regione che per prima ha guadagnato per il Paese uno scranno nel gotha delle regioni del vino del Mondo. Significativa, importante, è stata, poi, chiara dalla scelta della location dell’evento, la volontà di riportare la discussione su questi temi un piano più comprensibile e più vicino alla gente comune. Dalla espressione delle facce di quanti passavano intorno al nostro gruppo riunito, tuttavia, direi, che manca da fare ancora un bel pezzo di strada. Ma perchè, poi questa “ricerca di coinvolgimento”? “Come rimedio alla noia” si può rispondere. 
E’ ricorsa, infatti, più volte durante la giornata, l’affermazione “il mondo del vino, il nostro (quello dei comunicatori del vino” ndr.) è estremamente noioso“. In parte condivido l’affermazione. Tuttavia, sebbene riscontri io stessa, frequentando quelli che ormai sono i circoli e circoletti (“infernali”, dico a volte) del vino (nei quali difficile accesso hanno, per via di una sorta di “barriera all’entrata” dovuta ai diffusi tecnicismi e atteggiamenti snob), mi vien naturale contro – argomentare: “fossero tutti cosi’ noiosi, gli ambienti di lavoro!”. E’ un fatto per chi ci osserva da fuori come una “classe di eletti” che questo mondo sia percepito, invece, come dorato, una danza seducente di eccellenti bottiglie, di inviti modaioli, viaggi e piatti sapientemente abbinati. Decisamente, verrebbe da dire, “chi marca il cartellino ogni giorno alle 7.00 am per uscire alle 6.00 pm, si annoia di più!”. Guardando più a fondo, invero, non è il mondo a cui apparteniamo che è noioso, lo siamo noi stessi. Lo è ognuno di noi. E sebbene ce ne lamentiamo, facciamo del tutto perchè resti cosi: incomprensibile, esclusivo e inaccessibile. Un “je m’accuse”? Forse si. Il perchè? Semplicemente perchè tutti, armati di un piccolo talento, di passione, conoscenza e costanza, in una realtà che è il trionfo della democrazia, potrebbero fare lo stesso e questo “a noi” ci fa paura. Da quando (e qui veniamo al secondo tema) lo scrivere nel web le proprie recensioni e idee è passato dall’essere un mero hobby, una professione, creare meccanismi di esclusione per i concorrenti è un atteggiamento naturale. Magari inconsapevole, per “essere buoni”. Fatto sta che la concorrenza tra blog è accesa e lo è anche la gara per imporre la propria idea di questo canale che rivoluzionerà, e già ha rivoluzionato, la comunicazione del vino. E non solo del vino. 
Dunque mentre da un lato si dice “prego venite a unirvi a noi perchè ci annoiamo da morire a bere e mangiare”, dall’altro ci si augura il fracasso delle aspirazioni altrui o che questi dimostri agli altri pubblicamente di non aver alcun talento. Oppure che si annoi alla svelta e se esca con la coda fra le gambe dalla rete. Il tutto perchè (e qui veniamo al terzo tema trattato) quello del blogging è un business. Tra le affermazioni più interessanti a riguardo, quella di Nadali (Aristide, per capirci) a fronte della domanda di una utente che, tra il pubblico, mostrava nostalgia per la funzione del blogger come voce pulita, indipendente e scevra da interesse di un tempo: nei blog (molto bene detto) non c’è separazione, come nei giornali, tra la regia – l’editore – e chi redige i contenuti. Insomma: il blogger investe le sue risorse personali, di denaro e tempo, e non può,  a fronte di una concorrenza che gli impone di stare sempre sul pezzo e di un utente sempre più esigente e smaliziato, permettersi all’infinito di autofinanziarsi. Di qui la pubblicità che, si è detto, dovrebbe essere sempre una scelta fatta con trasparenza. Inevitabile quindi parlare di etica (qui l’ultimo dei temi interessanti secondo me sviluppati) e del fatto che secondo chi, come me, o come lo stesso Pignataro, provenienti dalla carta stampata, sia necessario un meccanismo di garanzia, soprattutto assunto a livello personale, della qualità degli scritti, dei contenuti e della autonomia di chi scrive. Qui lo “scontro” apparente tra vecchio è nuovo, tra carta stampata e web. Uno scontro superato dal fatto che, come ha dimostrato l’incontro di Firenze, siamo già in una fase di superamento di questo confronto. Solo che la realtà è più veloce di noi stessi e ancora questa realtà che ha i toni del grigio, della mescolanza tra l’uno e l’altro mondo, non la abbiamo assimilata pur essendo già protagonisti. Qui tutte le relazioni messe online da Andrea Gori su Youtube: http://www.youtube.com/results?search_query=andrea+gori+firenze+wine+town&aq=f.

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