Il mare è parte di Napoli, lo è al punto tale che a volte nonostante la sua immensità quasi ce ne si dimentica. Eppure intorno ad esso continua una stupefacente attività marinaresca. E’ questa una metropoli in cui ancora qualcuno, a Posillipo, si tuffa e porta a casa un polpo. Barchette a remi portano i bagnanti avanti e indietro a Marechiaro doce, sugli scogli di tufo giallo famiglie chiassose trascorrono i week end infuocati dell’estate. Alcuni hanno raccolto le piccole cozze allattate dalla pietra vulcanica per tutta la vita, dividendone bustoni con i compagni di sdraio.
E poi: i ristorantini, gli angoli cantati dalle intramontabili canzoni come “A Fenestella”. A volte è un bel vivere, a Napoli. A volte sembra una città placida. Ed è il suo mare, martoriato ma anche sorprendentemente cristallino a vedersi in alcuni punti, come a Marechiaro, a mostrare di Napoli il lato migliore. Suoi, simbolicamente, i frutti che si portano in tavola, suoi i versi famosi in tutto il mondo, sue le piccole attività ed il fermento naturale che è nell’indole profonda dei napoletani che vicino al loro mare sono angeli e all’interno, nel centro della città possono essere anche diavoli. m.p.